Denunce di esercizio carruccesi

Le denunce di esercizio testimoniano, in alcuni esempi qui di seguito, gli antichi mestieri esercitati a Carrù nella prima metà del Novecento.
Nel 1925 la denuncia di un bottaio, vale a dire un fabbricante di botti di legno per il vino, è a nome di Quaglia Giovanni Battista, nato nel 1860 e la sede della ditta era in piazza Statuto fin dal 1900.

Nel 1926 la denuncia di un mastellaio, fabbricante di mastelli di legno, è a nome di Quaglia Alessandro, nato nel 1868 e la sede della ditta era in via Filippi n. 76.

Nel 1935 la denuncia di un commissionario bestiame, a nome di Massimino Giorgio, nato nel 1881 e la sede della ditta era in frazione Ronchi.

Nel 1936 la denuncia di un mediatore del commercio di bestiame per i comuni aventi popolazione non superiore a 20.000 abitanti, a nome di Massimino Giuseppe, nato nel 1901 e la sede della ditta era in via Calleri. Il mediatore era lo specialista nelle contrattazioni tra venditore e acquirente.

Le denunce dei mediatori di bestiame a Carrù erano davvero molte a testimonianza dell’importanza dell’allevamento in quel luogo da sempre, non per nulla la prestigiosa Fiera del bue grasso è ancora attualissima, anche se ha avuto inizio nel 1910.

Nelle licenze di commercio conservate nell’archivio comunale di Carrù si trova anche traccia di ristoranti e caffè esistenti nel primo Novecento in città, come, per esempio, la Trattoria Vascello d’oro, la Trattoria dei Viaggiatori, la Trattoria del Campanile, la Trattoria Persico Reale, il Caffè d’Italia, il Caffè di Piazza e il Caffè Venezia immortalato anche nella fotografia che ritrae il Comitato della Fiera del bue grasso nel 1934 (vedi sotto).

Le licenze comunali, come anche le denunce camerali, riportano tipologie di attività che oggi sono quasi introvabili come le cappellerie, le mercerie, le “cense” (privative dei generi di monopolio), nonché alcuni mestieri che ormai non si ricordano più come l’accensatore (il riscossore di gabelle e dazi), il calderaio (fabbricante di caldaie e pentole in rame) e, i già citati, bottaio e mastellaio.